15/09/2018 – The Sun a Formigine – Ogni Benedetto Giorno
Prima di raccontare come sono arrivati i The Sun a Formigine, faccio una breve premessa. Il Signore mi ha fatto un grande dono: amici e compagni di avventure che, negli anni, hanno sempre accettato ogni pazzia che veniva loro proposta. Insieme abbiamo organizzato cene e fatto musical, grigliate e calcetti, insieme abbiamo pianto e gioito. Amici estremamente pazienti che mi sopportano e mi supportano.
Prima di aprile 2018, per nostra sfortuna, ancora non sapevamo chi fossero i The Sun.
Era un buio giorno universitario quando li ascoltai per la prima volta e a consigliarmeli fu Spotify. Proprio così: un servizio musicale gratuito mi ha portato a conoscere ciò che, da lì a poco, avrebbe dato nuova linfa alla mia vita.
Tutti conoscono il periodo universitario e le mille domande che lo affollano: “È quella giusta? Passerò qualche esame? Qual è la mia strada? Che cosa devo fare della mia vita?”.
Quel giorno, quindi, scelsi di affidarmi alla musica di questi ragazzi che non sapevo nemmeno che faccia avessero e una loro canzone,“La via di Damasco”, incominciò a scavarmi nell’anima.
E dentro me sentivo una voce che diceva: “Gabriele, che cosa stai facendo? Non puoi fermarti ora!”.
Decisi, quindi, che dovevo alzarmi, perché era mio compito fare della mia vita un capolavoro.
Andai a letto, mi svegliai la mattina e partii per l’ennesima lezione universitaria. Vuoto. Mi ero scordato, però, che la strada era in salita.
Eppure, se da una parte risuonavano le domande, dall’altra parte riecheggiava la voce di questo Francesco Lorenzi che tra le righe mi diceva: “Veh che ci sono passato anche io!”.
Quindi eravamo in due, anzi tre, quattro, cinque… E, tra questi, c’era anche il mio amico Francesco (non Lorenzi) che, a mia insaputa, già conosceva i The Sun.
Iniziammo ad ascoltarli insieme e a commentare le loro canzoni finché, dopo una serie di considerazioni, pensammo: “Perché non farli suonare a Formigine?”.
Ora, rileggendo la premessa, capirete che siamo corsi dai nostri amici per proporglielo: accettano senza pensarci.
In seguito, abbiamo giustamente chiesto al nostro parroco: anche il don accetta.
Ci siamo rivolti al Comune: accettano anche qui.
Chiamiamo il manager (persona a me sconosciuta, che si è rivelata in seguito un angelo), ma rimane solo un nodo: come li paghiamo?
Era necessario cercare molti sponsor e, quindi, prendere l’importante decisione di lanciarci o meno. Inconsapevoli verso ciò cui saremmo andati incontro, abbiamo scelto di lanciarci.
Il resto è tutto racchiuso nella canzone “1972” : “Avevamo un sogno ed anche senza un soldo contava solo quelle che ci univa”.
Sì, perché era un sogno per noi poter avere in piazza a Formigine coloro che con le loro canzoni hanno dato un senso nuovo ai nostri passi; era un sogno per noi poter portare un messaggio di rinascita e speranza, che i The Sun perfettamente incarnano, in un momento storico in cui ce n’è più che mai bisogno. Perché con la scusa della musica si possono smuovere le coscienze.
Così, abbiamo passato tre mesi a cercare sponsor tra una vacanza al mare, un campeggio, un cammino di Santiago. E ce l’abbiamo fatta: in parte merito nostro, in parte Suo.
Poi è giunto il 15 settembre: potente.
Voglio, però, essere sincero: il concerto è stato magnifico (l’avevo anche già visto), ma c’è stato qualcosa di ancor più “magnifico”. Ho conosciuto persone incredibili, a partire da Gianluca per passare ad Alberto (e con lui tutti i tecnici), fino a Michele, Silvia, Francesca, Andrea, Boston, Lemma, Riccardo e Francesco: questo credo valga molto di più di due ore di concerto.
Sguardi intensi: c’è chi studia scienze della comunicazione per anni, anche se non c’è nulla di più comunicativo del “guardarsi negli occhi”. Saluti come quelli di amici che non si vedono da anni, pace nel cuore, persone vere, ma soprattutto persone libere, che non si vergognano di annunciare la gioia del Vangelo: può forse esserci esempio migliore sulla terra?
Gratitudine e una certezza: queste sono solamente piccole tracce di ciò che sarà.
Oggi comincio l’università in modo diverso: mi alzo, guardo il sole e parto, perché non c’è niente da perdere.
I ragazzi ci hanno insegnato questo.
Gabriele Pirondini
La Redazione.Fun dell’Officina del Sole ringrazia Monica Mammi per aver fornito le foto.