VIENE IL MATTINO: LA SPERANZA DI PADRE IBRAHIM
Aleppo non è più sotto assedio. Non cadono più i missili, ma ora si apre la sfida della ricostruzione di una città che in precedenza era grande quanto Milano e che oggi è ridotta a un misero villaggio «che consuma tutto e non produce niente». Come si può ricostruire? E soprattutto, chi deve farlo?
Padre Ibrahim Alsabagh continua a essere profeta di speranza del nostro tempo con il nuovo libro Viene il mattino, nel quale si raccontano le fatiche e la fede di un popolo con le ali spaccate. Laddove il governo è ancora impegnato nella guerra, e quindi incapace di affrontare la crisi della città, è la Chiesa a farsi carico direttamente delle esigenze di ciascuno, siano esse materiali o spirituali. La comunità cristiana si conferma nuovamente una realtà solida, capace di affrontare e risollevare le sorti di uomini, donne e bambini che hanno imparato sulla loro pelle a chiamare la morte «sorella».
Padre Ibrahim, con il sorriso inciso costantemente sulle labbra e gli occhi pieni di fede, non ha paura della verità. Sa che il cammino di ricostruzione sarà lungo e difficile: bisogna riparare le case ma soprattutto i cuori. In una situazione dove già i vivi fanno fatica a sopravvivere, padre Ibrahim ha avviato diversi progetti che interessano la collettività nelle sue molteplici espressioni: dalle infrastrutture all’economia, dall’istruzione alla sanità. Ecco che tre ingegneri lavorano per costruire nuovi alloggi, che la microeconomia sostiene le idee dei giovani – capaci, nonostante tutto, di sognare ancora. Ogni aiuto materiale è un dono per un cammino verso l’indipendenza dagli aiuti esterni, specialmente per i padri di famiglia, leoni sviliti nella gabbia della frustrazione. Alcuni progetti riscuotono buon successo tanto da riuscire ad offrire un lavoro molti, i quali decidono di restare ad Aleppo anziché fuggire altrove. La centralità della famiglia è infatti custodita dai frati siriani come seme prezioso per la vita futura: i giovani che decidono di sposarsi, anche i più poveri, sono sostenuti continuamente dai francescani, che procurano loro addirittura le fedi e il corredo nuziale.
Tutti sono malati o feriti ad Aleppo, nel corpo o nel cuore. Chi ci rimette di più sono i bambini. A causa dei veleni e dei gas usati negli scontri armati, anche i più piccoli sono affetti dalla cataratta; molti sviluppano comportamenti violenti e devono seguire un paziente percorso di recupero in ambiente scolastico per tornare alla normalità, anche attraverso lo sport o la musicoterapia.
Guarigione e vita nuova: queste le parole chiave che porteranno alla risurrezione di Aleppo. I mezzi concreti sono vani senza la Parola di Dio, che ha la forza di edificare e risollevare la comunità. Per questo motivo, per questa certezza, accanto ai corsi d’inglese e alle attività dell’oratorio estivo, padre Ibrahim e i confratelli organizzano pellegrinaggi, celebrazioni eucaristiche solenni e momenti di preghiera. «Ripara la mia casa», disse il Crocifisso di San Damiano a San Francesco; l’eco di queste parole rivive ancora oggi in Siria.
«Ci sono tanti attacchi del male, dentro e fuori la Chiesa», conclude padre Ibrahim, «ma noi cristiani non possiamo permetterci di essere spaventati o di contemplare il male. Dobbiamo tenere lo sguardo fisso sul bene, non lamentarci e chiederci cosa possiamo fare noi, contro quel male, per testimoniare il bene».
Viene il mattino è un mezzo di comunione davvero speciale, perché porta i lettori a vedere Cristo che vive e opera nel popolo di Aleppo, un popolo crocifisso, ma che non muore più.
Redazione.In-Formazione
PER APPROFONDIRE
Una breve intervista a padre Ibrahim: https://www.proterrasancta.org/it/il-personaggio-del-mese-fra-ibrahim-parroco-di-aleppo-in-siria/
La battaglia di Aleppo: che cosa è successo http://www.occhidellaguerra.it/la-battaglia-aleppo/
Aleppo dopo la guerra, vista dall’alto: https://video.repubblica.it/edizione/palermo/aleppo-dopo-le-bombe-il-video-col-drone-mostra-la-devastazione/298518/299138