La santità della porta accanto
Era il 2012 ed era passato capodanno da pochissime settimane, quando venni a conoscenza di una richiesta di preghiera forte ed accorata per la quale si stavano unendo tanti fedeli nelle parrocchie romane: Chiara, una giovane sposa e madre, anch’essa romana, stava combattendo un tumore molto grave e ci veniva chiesto di pregare per questo miracolo della vita! Ecco… è iniziato così il mio “incontro” con Chiara: quando lei era ancora in vita e tutto il mondo cattolico romano pregava per lei!
Faccio parte di una comunità carismatica da più di dieci anni e in tutto questo tempo non si contano le richieste di preghiere che ogni settimana mi arrivano, storie di dolore e di malattia per le quali continuamente ci viene richiesto di pregare. Ma nella storia di Chiara avvertii subito qualcosa di diverso, un legame speciale che presi fortemente a cuore da subito, come se si trattasse di un mio familiare.
Passarono cinque mesi in cui dapprima continuai ad avere sue notizie assidue, poi più rade… ma avevo sempre impressa nei pensieri e nel cuore la vicenda di questa giovane donna.
Il 15 giugno lessi sulla pagina FB di una persona a Roma molto nota in ambito cattolico che Chiara era nata al cielo due giorni prima, il 13 giugno, e che la festa per la sua nascita al cielo si sarebbe celebrata il giorno seguente, il 16 giugno, nella Parrocchia di Santa Francesca Romana a Roma; festa alla quale tutti coloro che lo desideravano erano invitati a partecipare.
Non ebbi dubbi, né esitazioni. Dovevo esserci. Ricordo che per quella stessa data con i miei genitori avevamo programmato lo sgombero della casa di mia nonna, deceduta alcuni mesi prima; feci annullare tutto spostando l’impegno a data da destinarsi perché dentro di me sapevo esattamente che non potevo mancare a quell’appuntamento.
Quel 16 giugno 2012 fu l’esperienza più stravolgente della mia intera vita! Due ore e mezza di celebrazione eucaristica nelle quali il Cielo toccò la terra e la terra s’innalzò al Cielo. Fu la totale comunione dei Santi. Si percepiva una fortissima unzione dello Spirito Santo su tutta l’assemblea unita ad una gioia, mista a commozione e stupore, che pervadeva tutti i presenti. Tutti in cuor nostro sapevamo che stavamo prendendo parte a qualcosa ben più grande di noi: non si trattava dell’epilogo di un semplice fatto di cronaca simile a quello di moltissime altre madri nel mondo che, in condizioni simili a quelle di Chiara, hanno fatto e fanno le sue stesse scelte. Quello che stavamo vivendo era qualcosa di infinitamente più grande, un immenso disegno di Dio pensato e desiderato per la salvezza di molti, che ha toccato la vita di migliaia di persone in sei anni e tantissime ancora ne toccherà… Ovviamente non fu un pensiero così logico e definito quel giorno, ma in tutti noi lì presenti fu chiara questa percezione e l’intuizione di un “di più”; respirammo un’aria di santità che solo quei santi che abbracciano totalmente la volontà di Dio, in piena docilità e mitezza di cuore, possono emanare.
Fu così il mio “incontro” con Chiara: un incontro di Spirito, mai avvenuto realmente sebbene Chiara fosse ancora in vita e sebbene io conosca moltissime persone che hanno fatto parte della sua vita; ma questo “incontro” per me è divenuto significativo più di mille altri incontri reali avvenuti nella carne, un incontro che mi ha stravolto definitivamente la vita. Perché? Semplice… Perché in Chiara ho visto – e continuo a vedere – una possibilità di santità reale e concreta, una “santa” della porta accanto simile a me e a te che leggi, una persona dei nostri tempi, con un cammino di fede alle spalle simile al mio, che ha vissuto i dubbi e i travagli vocazionali comuni a qualsiasi altra ragazza della sua età e nei quali io stessa per prima mi sono ritrovata, una persona assolutamente normale nella sua straordinarietà, una ragazza nella quale qualsiasi altra ragazza dei nostri giorni può identificarsi e che, quindi, è facile sentire vicina anche nelle comuni problematiche giovanili.
Scrive Chiara nel suo testamento spirituale a suo figlio Francesco: «… È bello avere degli esempi di vita che ti ricordano che si può pretendere il massimo della felicità già qui su questa terra, con Dio come guida». Ecco, lei per me è stata questo: un esempio di vita autentico e credibile in cui specchiarmi ogni giorno, per vedere come sto vivendo il mio tempo presente e per tenere sempre vivo in me il ricordo di come desidero vivere in questo mondo. Mi sono innamorata della sua felicità nella sua storia di sofferenza, della sua gioia vera vissuta nonostante il dolore e la difficoltà e vedere con i miei occhi che questo è stato realmente possibile – seppur paradossale secondo ogni logica umana – accende in me ogni giorno il desiderio di voler fare altrettanto, di tirare fuori da me tutto il meglio possibile per riuscire a vivere anch’io in questa gioia, perché la felicità, quando è autentica, è contagiosa e averla vista in Chiara come una possibilità reale e concreta mi suscita ancor oggi un desiderio pazzesco di pienezza, mi sprona a non aver paura dei progetti – grandi o piccoli che siano – che Dio ha pensato per me e a fare della mia vita un capolavoro malgrado qualsiasi prova mi venga posta dinnanzi. È una spinta e una carica per “pretendere il massimo” da questa felicità senza accontentarmi di una banale “serenità” o di una mezza misura per il timore di “desiderare in grande”. Perché in fondo è questo che desideriamo più o meno tutti in questa vita: essere realmente felici, di quella felicità vera, come Dio comanda!
Nelle varie vicissitudini che la vita in questi anni mi ha presentato, ho sempre pregato l’intercessione di Chiara davanti al Padre, affinché avessi luce e discernimento nelle mie scelte, affinché la sua forza e la sua determinazione nel portare a termine “la Verità che il Signore ci mette sempre nel cuore” fossero anche le mie. Spesso nelle circostanze che quotidianamente vivo mi chiedo: «Come si comporterebbe oggi Chiara al mio posto? Qual è in questo momento il mio Piccolo Passo Possibile – la regola delle tre P – che lei farebbe?» e cercare questa risposta mi aiuta a fare spazio all’ascolto dello Spirito Santo in me, l’unico consolatore e consigliere mirabile.
Chiara è stata e continua ad essere tutto questo per me: è un’amica che quotidianamente mi aiuta a tenere lo sguardo fisso verso il Cielo pur mantenendo i piedi sulla terra; è una finestra aperta tra Cielo e terra che mi accompagna nel mio presente, facendomi scorgere tutta la bellezza che c’è di là già adesso, qui, nella mia storia imperfetta ma preziosa così com’è agli occhi di Dio, una storia che può divenire sorprendente se vissuta ogni giorno secondo la sua Volontà e credendo alla sua amorevole Provvidenza.
Erika Serafini
Chiara Corbella è testimone di una via per la santità che si è compiuta nel suo matrimonio con Enrico Petrillo e con la nascita dei loro tre figli: Maria Grazia Letizia, Davide Giovanni e Francesco. Maria e Davide nascono con delle malformazioni gravi che impediscono loro di sopravvivere per più di pochi minuti.
«Nel matrimonio – scrive Chiara nei suoi appunti – il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente».
Nel corso della gravidanza di Francesco, un bambino sano e bello, a Chiara viene diagnosticato un tumore molto aggressivo davanti al quale non si arrende e contro il quale Chiara lotta mettendo sempre e comunque la custodia della vita di suo figlio al primo posto e rimandando le cure rischiose per il bambino a dopo il parto.
«Per la maggior parte dei medici – scrive Chiara – Francesco era solo un feto di sette mesi. E quella che doveva essere salvata ero io. Ma io non avevo nessuna intenzione di mettere a rischio la vita di Francesco per delle statistiche per niente certe che mi volevano dimostrare che dovevo far nascere mio figlio prematuro per potermi operare».
Il 13 Giugno del 2012, poco più di un anno dopo la nascita di Francesco, Chiara muore dopo aver salutato tutti, parenti ed amici, uno a uno e dopo aver detto a tutti Ti voglio bene.
Per approfondire la conoscenza di Chiara vi rimandiamo al Sito Ufficiale e ad alcuni link:
La vita di Chiara: una relazione con Dio
Giubileo degli ammalati e delle persone con disabilità