27/08/2019 – The Sun a Custonaci – Ogni Benedetto Giorno

The Sun a Custonaci – Ogni Benedetto Giorno

“Tutto ciò che sull’albero è fiorito vive di ciò che giace sotterrato”: lo scriveva il poeta argentino Francisco Luis Bernárdez e sembra più che mai attuale per raccontare il lungo ed intricato percorso che ha portato i The Sun in concerto nella piccola realtà siciliana di Custonaci, in provincia di Trapani.

Era il 2014 quando ha cominciato a farsi strada tra noi membri della comunità parrocchiale il desiderio di coinvolgere, in occasione della Festa della Madonna di Custonaci, figure che potessero testimoniare in maniera inedita e del tutto fuori dagli schemi la loro appartenenza a Cristo. Si trattava di compiere scelte coraggiose, stravolgere gli stereotipi del fare Festa, creare occasioni perché la gente, affascinata e interpellata dalla Bellezza del Vangelo, potesse scegliere di vivere autenticamente la propria vita alla sequela di Cristo, sull’esempio della Vergine Maria.

Per fare della Festa occasione per diffondere il Vangelo era, tuttavia, necessario che tutto, anche il più piccolo dettaglio, avesse un senso, una direzione. Occorreva avere cuore aperto, osare puntare in alto, fare qualcosa per Qualcuno che non fosse la maschera del proprio ego, saper trasformare il sudore in dono gratuito del cuore, che nulla vuole in cambio, a cui basta semplicemente l’esserci.

Ricordo ancora quando, nel 2015, Nuccio, fratello di spirito e compagno di avventure all’interno dell’Associazione Socio-Culturale “Maria SS. di Custonaci – Civitas Mariae”, incaricata di organizzare concretamente la Festa, mi disse di aver ascoltato su TV2000 la testimonianza di fede dei membri di una rock band, i The Sun e di esserne rimasto profondamente colpito. Ricordo di averli ascoltati e di aver guardato Nuccio negli occhi. Sentivo la mia storia specchiarsi nei loro testi, ritrovavo le sensazioni dell’incontro disarmante con l’Amore. Ero stata raggiunta dalla Luce anch’io, come loro. Lasciarsi prendere per mano nella più paurosa delle proprie oscurità non è mai facile. Loro, come me, avevano vissuto questa grazia. Chissà quanti altri avrebbero potuto sperimentarlo!

Nel 2016 fu proprio Nuccio a prendere i contatti con la band. Evidentemente, i tempi non erano ancora maturi: nonostante la loro disponibilità, il seme non aveva raggiunto la profondità giusta per crescere rigoglioso. Era da poco subentrato un nuovo parroco. Bisognava superare ogni forma di pregiudizio, fidarsi e crederci tutti quanti insieme.

UN INVITO. Far nascere la loro musica e la loro testimonianza nella nostra terra ha richiesto una gestazione lunga tre anni. Calcolando una durata di nove mesi per ciascuno dei cinque, direi che rientriamo nei tempi fisiologici di una Madre. Un travaglio durato diversi mesi (la compagnia aerea avrà sicuramente ringraziato, visti i prezzi dell’alta stagione), poi il nero su bianco.

UN VIAGGIO. “Finalmente” è la prima parola che ricordo di aver pronunciato in aeroporto, prima di abbracciare i ragazzi uno ad uno. Primo vagito di un’avventura intensa che mi avrebbe portato a conoscere persone meravigliose con cui si è immediatamente instaurato un rapporto fraterno. Non mi riferisco soltanto a Francesco, Ricky, Lemma, Cherry e Boston, ma anche a Michele, Silvia e tutti i tecnici, Andrea, Giovanni, Mattia. Ringrazio il Signore per avermi permesso di stare al loro fianco e di capire che il Vangelo lo testimoniano con la vita, prima ancora che con le note. I loro occhi mi hanno insegnato la libertà di uno sguardo che non giudica, che non esclude, che mai fa sentire banali.

Dopo aver assistito con loro alla tradizionale rievocazione dello sbarco dell’Icona di Maria SS. di Custonaci sulle rive del nostro mare, ecco arrivare martedì 27 agosto e il tanto desiderato concerto. Un vero dono per la nostra comunità e per quanti hanno partecipato. Mi sono ritrovata a cantare sotto il palco insieme a persone mai viste prima (accorse dal lato opposto della Sicilia), con la netta sensazione di conoscerle da una vita. Al concerto, insieme all’arcivescovo della Diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti e ad alcuni sacerdoti, ha voluto partecipare anche il nostro vescovo S.E. Pietro Maria Fragnelli, il quale è rimasto talmente colpito da “Betlemme” che proprio su questo brano ha costruito l’omelia della celebrazione liturgica nel giorno solenne del mercoledì.

L’Associazione, da alcuni anni, fa in modo che gli ospiti della Festa “lascino un segno”, non solo in senso figurato. Per questo motivo è stato chiesto ai The Sun di lasciare le impronte delle loro dita in una mattonella di argilla. Sarebbe rimasta a noi per ricordare e per ringraziare della loro presenza. A suggellare il momento, una delle battute di Boston: «Adesso possiamo dire di essere nella Hall of Fame di Custonaci!». Questo episodio mi riporta puntualmente il sorriso, non solo per l’ironia di Boston, ma per la certezza di aver ricevuto in dono più di quanto speravamo: un’amicizia spirituale da custodire nell’eternità.

“Conosci sogni degni del nome che gli hai dato, che non ti siano costati in sangue e occhi al Cielo?”

Alla luce di quanto vissuto in questi giorni, con gratitudine, dico che è valsa la pena di percorrere questa “strada in salita”.

 

Vita Miceli

 

Redazione.Fun

Photo Credits: Salvatore Miceli

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