Dopo che nel corso dei mesi precedenti vi abbiamo proposto come Officina diversi percorsi sulla Carità e la sostenibilità della vita – i cui link vi lasciamo in calce all’articolo, nel caso ve li foste persi – quest’oggi vi presentiamo una persona che ha deciso di mettere in gioco la sua vita per costruire un mondo più giusto, fraterno e solidale. Quest’uomo è Adriano Sella che si autodefinisce nella sua biografia “missionario laico del Creato e dei nuovi stili di vita”. Non si è fermato ad una semplice definizione ma queste parole le ha volute fare sue fin da subito, come un vero e proprio mantra di vita: di conseguenza, ha deciso di lavorare per “promuovere nuovi stili di vita e nuovi stili di Chiesa” cominciando da sé stesso e da coloro che vivono intorno a lui.
Dal 2006 è inserito nella diocesi di Padova come Missionario del Creato, con il compito di coordinare la Commissione diocesana “Nuovi Stili di Vita” e dal 2007 anche la Rete Interdiocesana “Nuovi Stili di Vita” che ad oggi coinvolge 85 Diocesi italiane.
Oggi vive a Vicenza, dove sta portando avanti la missione per nuovi stili di vita, come educatore, conferenziere e scrittore, missionario laico del creato, continuando a coordinare il movimento Gocce di Giustizia e il movimento nazionale dei nuovi stili di vita.
Quanto sopra detto sono state le premesse che ci hanno spinti, ancor più, a pensare che valesse la pena conoscere Adriano direttamente chiedendogli di rispondere a qualche nostra curiosità.
Ciao Adriano, vorremmo innanzitutto capire qualcosa di più della tua storia, oltre a questi “dati” che altrimenti rimarrebbero fini a loro stessi?
Sono stato in Amazzonia del Brasile per 12 anni, accompagnando le comunità ecclesiali di base, i movimenti popolari e visitando i popoli Indios. Il Brasile mi ha fatto un grande regalo: mi ha fatto innamorare della giustizia. Da quella esperienza ho imparato immediatamente che bisogna superare l’assistenzialismo e l’elemosina nei confronti dei poveri: al contrario è necessario fare giustizia. I poveri altro non sono che degli impoveriti.
Cosa possiamo fare allora verso queste persone che non sono nate “povere per scelta” ma sono povere in quanto vittime di un sistema?
Bisogna cambiare i nostri stili di vita per poter costruire rapporti giusti, sobri ed equi nei confronti degli impoveriti.
Cosa significa essere missionario laico del creato e dei nuovi stili di vita?
Significa impegnarmi come cittadino e cristiano al fine di promuovere nuovi stili di vita, ovvero nuove pratiche giornaliere che permettano – finalmente – di custodire il Creato. Significa vivere la mia laicità come un missionario del Creato, diffondendo la bellezza della creazione, con tutte le sue creature, e quanto più proteggerla e renderla sempre più bella.
Come è nata in te questa vocazione?
È nata in Brasile, durante la mia esperienza missionaria in Amazzonia di cui vi parlavo prima. È da poco stato pubblicato il mio ultimo libro “Amazzonia: dagli alberi ai popoli e fino a tutte le creature”, dove racconto le lotte che abbiamo fatto e i percorsi che abbiamo messo in pratica, per poter custodire l’Amazzonia che altro non è che un emblema del Creato.
Spesso le persone pensano di non poter fare nulla per la salvaguardia del creato e utilizzano questo come alibi per non sentirsi chiamate in causa e mettere in discussione il proprio stile di vita. Concretamente cosa può fare ciascuno di noi per migliorare il mondo in cui viviamo?
È questo sistema, basato sul consumismo, che diffonde la percezione che non possiamo fare nulla per custodire il creato, innescando solamente la crescita dell’esigenza di comprare e accumulare: questo è uno stile di vita che ha un dannoso impatto ambientale, ma anche umano. Al contrario credo che possiamo fare tantissime cose! E le possiamo fare ogni giorno, dal mattino alla sera. Sono azioni giornaliere, possibili a tutti e alla portata di mano perché sono a km 0. Dobbiamo impegnarci a passare dai vecchi stili di vita a quelli nuovi: solo quest’ultimi possono riuscire a custodire il Creato veramente. Nel prossimo libro Cambiamenti a Km 0, l’opzione del quotidiano per nuovi stili di vita – che sta per uscire –, edito dalle Paoline, presento quante pratiche quotidiane possiamo mettere in atto per rendere il nostro mondo bello, giusto ed equo.
Oggi il tema dell’ambiente è molto dibattuto: a tuo avviso come si dovrebbe porre un giovane davanti a questo tema? Quali sono le responsabilità e l’atteggiamento che devono avere le generazioni di adulti verso il nostro ambiente e quali quelle dei giovani?
Un giovane dovrebbe sentire una grande responsabilità anche perché si tratta del suo futuro. Come diceva bene Greta (Thunberg, ndr) ai grandi della politica, chi appartiene alla generazione precedente sta rubando il nostro futuro. Solo un ambiente sano e curato con amore ci permetterà un futuro sostenibile. Pensiamo solo alla questione della salute che è vitale. Senza una buona salute della madre terra diventa difficile la vita delle creature che esistono sul pianeta. Perciò tutte le generazioni devono sentire una grande responsabilità: gli adulti per poter consegnare alle generazioni future un mondo abitabile, i giovani per custodirlo e renderlo sempre più bello per tutti gli altri. Bisogna fare rete tra tutte le generazioni: tenendo la mano gli uni verso gli altri a favore della custodia della casa comune.
Come pensi si possa arrivare ad interiorizzare la “Laudato Sì”?
Bisogna trovare delle metodologie popolari per poter far conoscere ed apprezzare questa bella enciclica. Come quella che ho costruito e diffuso attraverso il piccolo libro, edito dall’editrice EMI, intitolato Dal Grido al Cambiamento, educhiamoci ai nuovi stili di vita con la Laudato si’. Ho cercato di far conoscere l’enciclica mediante 5 parole chiave (grido, relazione, bellezza, responsabilità e cambiamento), accompagnate da simbologie e narrazioni. Una proposta che contiene anche una dinamica di lavoro di gruppo, cercando di identificare altre simbologie per esprimere meglio le 5 parole chiave. Ho sperimentato questa dinamica con vari gruppi, anche di giovani, e ho constatato che è molto efficace far conoscere l’enciclica e farla gustare a pieno.
Papa Francesco ha recentemente parlato di “rivoluzione ecologica” sottolineando come si debba innanzitutto recuperare la centralità dell’incontro con le persone. Quanto credi in questo? E come ha segnato il tuo percorso di vita questa attenzione particolare?
Papa Giovanni Paolo II aveva coniato l’espressione conversione ecologica per sottolineare che la nostra fede esige una conversione a partire dal grido del creato. Papa Francesco ha coniato la bellissima espressione ecologia integrale per far cogliere che non si sta trattando solamente di custodire i fiori, le piante e le erbe (l’ambiente in senso stretto), ma tutta la creazione con tutte le creature, compresi noi esseri umani (i popoli della Terra). Per cui, è necessaria una rivoluzione ecologica che parta da quella culturale. Vale a dire che dipenda dalla visione che abbiamo della nostra terra con due alternative: una merce da lucrare, spremendola fino all’ultima risorsa oppure una madre che è sacra e che va amata e custodita per garantire la vita di tutte le creature. Dobbiamo liberarci della prima visione che è molto comune, adottando sempre più la seconda che ci permette di scoprire che tutto è in relazione, come sottolinea l’enciclica Laudato Si’. E quindi va liberato il tutto, ossia tutto il creato dalle mani predatorie, soprattutto di questa economia che considera ogni cosa come una merce da usare e gettare.
Troppo spesso nel mondo dell’economia e della finanza si parla di scelte attente all’ambiente o di politiche verdi ma molto spesso si nascondono dietro interessi di aziende o multinazionali: come pensi si possa investire realmente nell’ambiente e nelle persone?
Purtroppo abbiamo un’economia, oggi dominata dalla finanza, che è miope perché non riesce ad intravedere le grandi opportunità di poter coniugare la sostenibilità ambientale con il valore economico. Leonardo Becchetti, un grande economista, sostiene che si possa e si debbano sposare le tre sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Ci sono tante esperienze di imprese che lo fanno. Queste imprese, chiamate etiche o responsabili, dimostrano che quando si ha una grande attenzione verso l’ambiente, rispettando il proprio territorio, verso i lavoratori, pagando un salario giusto e rispettando i diritti lavorativi, anche il valore economico aumenta. Dipende da noi consumatori. Quando diventiamo consum-attori possiamo aiutare le imprese a cambiare. Si chiama il voto nel portafoglio. Lo sottolinea molto bene la Laudato Si’ nel numero 206: “Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. È ciò che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione. È un fatto che, quando le abitudini sociali intaccano i profitti delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo. Questo ci ricorda la responsabilità sociale dei consumatori. Acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico. Per questo oggi il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi”.
Come Officina del Sole ci ha fatto davvero molto piacere aver potuto vivere un confronto su temi importanti con Adriano che con la sua semplicità ci ha mostrato senza fronzoli come ognuno di noi nel suo piccolo quotidiano può fare la differenza per ridare dignità alla nostra Casa. Ancor più chi ha conosciuto Adriano Sella può testimoniare che si tratta di una persona straordinaria ma assolutamente “normale”, a conferma del fatto che promuovendo un passaparola costruttivo su temi attuali e con concreti esempi di cambiamento tutti noi, con i nostri pregi e i nostri difetti, possiamo fare la differenza e diventare persone capaci di cambiare questo mondo.
Adriano Sella & Gocce di Giustizia:
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Officina del Sole sul fronte carità come megafono di una Chiesa in uscita:
Intervista a Padre Filo: sulla strada con il Vangelo, il pane spezzato e i poveri.
“… E SE FOSSE ANCHE BELLO?” – Una settimana al Sermig di Torino
Hogar Niño Dios – Casa per tutti e luogo in cui Dio si fa bambino, ogni giorno!