“Quando sei partita non ero pronto
A vent’anni come potevo, non so
Tu avevi quel modo e quel sorriso
Eri la Luce al mio mondo e al mio viso.”
(Il giorno di Alice – The Sun)
Ogni volta che ascolto questa canzone dei nostri amici The Sun, il mio pensiero va ad un’amica che non ho mai conosciuto di persona ma che ha portato Luce nella mia vita fin da quando ero piccola. Chiara Badano è il suo nome, oggi da molti conosciuta semplicemente come Chiara Luce.
L come leggera, limpida, libera.
Siamo a Sassello nel 1971, dopo ben 10 anni di attesa e una preghiera, invocando una grazia, al Santuario delle Rocche, Maria Teresa e Ruggero tengono tra le braccia un batuffolo che chiamano Chiara. Una bambina bella, sportiva, socievole, circondata da amici e che vive la vita con tutta l’allegria di cui è capace. Intorno ai 9 anni conosce e aderisce al Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich: resta estasiata dall’ideale che vorrebbe il mondo unito e dalla scoperta di Dio Amore. Chiara coglie e incarna la concretezza di questa scoperta, non senza difficoltà o resistenze. Tra i focolarini fa un’altra scoperta: Gesù abbandonato, cioè Gesù che nel momento dell’abbandono è rimasto inchiodato lì, su quella croce, fino alla morte, senza lamentarsi e senza condannare ma affidandosi e perdonando e che nel suo atto supremo confida in Dio: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23, 46). Su questo esempio, Chiara accoglie e accetta tutto quello che di brutto o spiacevole le accade affermando “sei tu, Gesù”. Capisce anche di non potersi aspettare un contraccambio e allora afferma “Non devo strumentalizzarlo, ma amarlo e basta”.
La vita di Chiara è un costante intreccio di elevate scoperte spirituali e di amore concreto verso il prossimo. In lei si incarna l’Amore ed è per questo che afferma “Non conta tanto parlare di Dio. Io lo devo dare agli altri concretamente”. Non sa stare ferma, da grande vorrebbe fare la hostess ed ha una grande passione per lo sport. Al liceo viene ingiustamente bocciata un anno ma, nonostante per lei fosse davvero doloroso, ricorda che anche quello è Gesù Abbandonato. Chiara ha 17 anni, sta giocando a tennis quando avverte un forte dolore alla spalla. Nel giro di poco tempo le viene diagnosticato un terribile tumore, ma la diagnosi le viene inizialmente nascosta. Dopo il primo intervento, durante una chemioterapia, chiede direttamente al medico di dirle la verità. Torna a casa dove la madre che l’aspettava le chiede com’è andata, lei risponde “Ora no, ora non parlare“. Si butta sul letto, con gli occhi chiusi e resta lì in silenzio 25 minuti. Poi si volta, sorride e dice “Ora puoi parlare“. Aveva ridetto il suo Sì.
U come ubbidiente, unica.
Una sola volta aveva chiesto il perché di quel dolore ma subito aveva esclamato “Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io”.
In questo modo Chiara Luce ha accolto e accettato la volontà di Dio. Ogni volta che penso a questa cosa mi vengono i brividi. Scrivo questo articolo mentre aleggia il pericolo del Covid-19 e se qualcuno adesso dovesse dirmi che non mi resta molto da vivere io penserei a tutte le cose che ho ancora da realizzare, ai progetti e ai desideri più nascosti. Lei invece dice “se lo vuoi tu, lo voglio anch’io”. Mentre ripenso a queste parole sento l’Universo intero aprirsi all’orizzonte, perché lei aveva capito che l’unica cosa che conta era lì, con lei. Il “fare” appartiene all’uomo, “l’essere” appartiene a Dio. Probabilmente è questo che significa tendere alla santità.
C come concreta, coinvolgente.
Era circondata di amici che andavano a trovarla per sostenerla ma che ne uscivano sostenuti e irradiati dalla sua Luce. Sono tanti gli aspetti straordinari della sua vita, tra questi il rapporto di profonda unità con Maria Teresa e Ruggero nonostante i comuni screzi tra genitori e figli.
Chiara rifiuta la morfina perché toglie lucidità e la lucidità è l’unica cosa che può ancora offrire al Suo Sposo, come lo chiama lei. È pronta all’Incontro per cui prepara con la mamma e le amiche la “festa di nozze”, cioè il suo funerale. Fa confezionare l’abito bianco con una cintura rosa, sceglie le musiche, i canti e le letture. E afferma “mentre mi preparerai sul letto di morte, mamma, dovrai sempre ripetere: “Ora Chiara Luce vede Gesù”. Le sue ultime parole sono rivolte alla madre “Ciao. Sii felice, perché io lo sono”. E poi dona le sue cornee a due giovani che vedono grazie a lei.
E come entusiasta, eterna.
Il funerale è una grande festa, migliaia di persone accorrono anche da altre regioni. Si respira aria di paradiso, di gioia. Presto la sua vicenda si sarebbe diffusa in tutto il mondo e avrebbe travolto migliaia di giovani. Chiara Luce è stata beatificata il 25 settembre 2010 al santuario romano del “Divino Amore”: erano presenti più di ventimila persone provenienti da tutto il mondo. Col suo immenso sorriso è riuscita a trasmettere uno stile di vita che scombina e stravolge le priorità e il senso della vita di chi la incontra sul proprio cammino.
Straordinaria poi, nel senso proprio di fuori dal comune, è la forza dei genitori che hanno sostenuto e accompagnato Chiara nel suo Viaggio, un viaggio personale ma vissuto in unità e comunione con gli altri. Colpisce la capacità di Maria Teresa e Ruggero di vivere il legame con la figlia come un dono ricevuto e da condividere, nonché il loro incoraggiare continuamente i giovani, nel raccontare la divina avventura con la figlia: sembrano dire “Forza anche tu puoi riuscirci, TUTTI possiamo essere santi”.
Se vuoi approfondire l’amicizia con Chiara Luce ti consigliamo di leggere il libro Io ho tutto di Michele Zanzucchi oppure Dai tetti in giù. Chiara Luce Badano raccontata dal basso di Franz Coriasco. Franz è il fratello della migliore amica di Chiara e la bellezza di questo libro sta nel fatto che lo ha scritto non da credente ma da persona che si interroga sull’esistenza di Dio senza trovare risposte convincenti ma abbagliato dalla Luce di Chiara.
Qui trovate il sito a lei dedicato.