Damiano Caravello: una Testimonianza di Amore che rimarrà Indelebile

Damiano Caravello, da Briana di Noale (Venezia), è nato al cielo nel 2020 a soli 29 anni a causa di una malattia rarissima al fegato. 

Per il filone I Santi della Porta Accanto, abbiamo intervistato il fratello Francesco affinché potessimo scoprire chi era questo ragazzo che ha dedicato la sua vita a seguire il Vangelo, facendosi Dono per gli altri.

Damiano, fin da neonato, ha provato la sofferenza: ha subito un intervento chirurgico invasivo a sessanta giorni dalla nascita seguito da un decorso post-operatorio prolungato e difficilissimo in ospedale. 

Ha avuto, però, una crescita tutto sommato normale, bella, con i suoi percorsi di vita assieme ai familiari, nonché ai compagni di classe e ai molti amici, i quali non erano a conoscenza della sua malattia (che ha condiviso solamente negli ultimi mesi di vita).

Amava partecipare ai concerti di Vasco Rossi e Luciano Ligabue.

Fin dalla prima adolescenza organizzava tutto lui con grande entusiasmo ma, come dice nel suo testamento, una “insolazione” ha fatto sentire nuovamente la “spina nella carne” nell’estate del 2008, il giorno successivo ad un concerto. Un’infezione batterica lo ha costretto al ricovero per due volte in poco tempo, sperimentando nuovamente quel “limite” fisico che lo ha spinto ad approfondirsi e a conoscersi sotto un’altra luce, capendo che per lui quello era il modo attraverso il quale il Padre gli parlava. Per noi è difficoltoso da capire, vivendo in una società che ci insegna a fuggire e a esorcizzare la malattia, e di conseguenza anche la morte. 

Esperienze come quella di Damiano e di molti altri sono, però, un dono straordinario ed intimo che troviamo testimoniato nel Vangelo. Gesù per compiere guarigioni ha bisogno di chi si riconosce malato e affamato di vera vita, e solo se lo desideriamo davvero ci farà vedere già in questa vita la bellezza e la gioia di appartenergli, rinnovando ogni relazione.

Damiano è stato molto attivo nella politica come Presidente per l’articolazione veneta dell’associazione “OL3 Né indignati Né rassegnati”.

Ha incontrato “OL3” a Roma nel 2014 conoscendo il fondatore, Gigi De Palo, e tutti gli altri ragazzi che condividevano un’idea comune della politica: quella vera vissuta come la più alta forma di Carità, secondo la definizione datale da san Giovanni Paolo II

Ha risuonato anche in lui in modo particolare la frase che il Papa pronunciò a due milioni di giovani a Tor Vergata vent’anni prima della sua nascita al cielo: “Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita fino al momento del suo sviluppo, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile”.

I ragazzi di “OL3” Veneto scrivono così di Damiano: «L’associazione OL3 era un mezzo per mettere in atto quella che lui chiamava “semina”, ossia un’opera di divulgazione (in modo semplice e fruibile), dei principi propri della Dottrina Sociale della Chiesa. Il suo obiettivo era di creare un dibattito virtuoso tra generazioni, con particolare attenzione ai giovani, che avrebbe consentito di vivere nella realtà con spirito costruttivo. In questo senso la DSC era per lui lo strumento solido che avrebbe permesso di sviluppare un robusto pensiero critico e di superare così la fossilizzazione dovuta agli schieramenti e alle opinioni preconcette, mettendo al centro la dignità inviolabile della persona umana. Era comunque consapevole dell’ampio respiro di questa iniziativa: era solito ripetere che difficilmente i risultati si sarebbero concretizzati nel breve termine, ma questo – lungi dallo sfiduciarlo – lo spingeva ad essere ancora più risoluto».

Così come vedeva un ruolo della Fede nella politica, Damiano lo vedeva anche nel lavoro. Per lui la FEDE E’ LAVORO e ha dato tutto se stesso per le relazioni nella Relazione. Inoltre non vedeva il lavoro come semplice mansione, ma uno degli aspetti fondamentali dell’umana realizzazione e dello stare nella società.

Damiano ha sempre amato la terra e gli animali. Ha studiato agraria all’istituto tecnico “Duca degli Abruzzi” di Padova e ha trascinato con sé anche altri coetanei che hanno condiviso nella sua casa il bello della natura nei tanti pomeriggi trascorsi insieme. 

Dopo il diploma e dopo lunghe riflessioni sul suo futuro professionale, riconoscendo la difficoltà fisica che avrebbe comportato per lui proseguire l’attività di famiglia, scelse di iscriversi all’Università presso la facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali di Padova. Sapeva che quella strada gli sarebbe stata utile per acquisire conoscenze e competenze che portassero frutto non soltanto nel suo futuro professionale, ma anche nel futuro della società, partendo dalla sua umile terra d’origine.

Per non pesare sulle finanze della famiglia si pagava gli studi lavorando in un’azienda agricola di Mirano (VE), dove quasi ogni mattina presto, prima di andare a lezione e spesso anche nei fine settimana, andava a mungere le vacche con altri ragazzi e ragazze. 

Laureatosi nel 2015 si è poi iscritto ad un master in “Management delle reti di governance dello sviluppo locale” e discusse la sua tesi durante la master school nel 2016. 

Nel 2018 iniziò a lavorare come impiegato tecnico presso un’industria del settore alimentare creando un rapporto di cordialità e amicizia con il suo responsabile ed i colleghi. 

Ha partecipato, inoltre, attivamente al consiglio delle Acli di Padova sviluppando all’interno progetti educativi rivolti ai giovani in relazione ai princìpi cristiani che alimentano il valore del lavoro e che al giorno d’oggi è necessario riscoprire per non limitare la nostra esperienza di lavoratori finalizzandola esclusivamente all’ottenere uno stipendio. 

Con “OL3” si trovavano spesso e organizzava serate, nelle varie parrocchie o luoghi associativi, volte a sviluppare quei temi che sono la base della Dottrina Sociale della Chiesa, ma anche i principi fondamentali della nostra società civile e che abbiamo bisogno di riscoprire. 

Nel 2018 ha fondato con un amico un’associazione a Noale: “Innovamentis, lenti in movimento”, un’idea diventata realtà grazie al contributo di diversi giovani noalesi che, come lui, desideravano dare un impulso giovanile e culturale alla comunità, organizzando vari eventi con ospiti in ambito artistico, culturale e sociale. 

Nel 2019 riuscì non senza fatica e varie prove (anche sul piano personale) ad essere eletto consigliere comunale con una lista civica cercando di dare tutto il suo impegno per far crescere la sua comunità, motivato e accompagnato dalla figura di Giorgio La Pira, suo modello di vita, nonché ispirato dal Vangelo.

Ringraziamo Francesco per questa profonda testimonianza e per quanto ci ha voluto donare, in particolare per queste toccanti e luminose parole:

«Avere Damiano come fratello è stata una ricchezza piena, un mistero decisamente impegnativo per un fratello abbastanza diverso da lui. Come capita spesso in queste esperienze di dolore c’è bisogno di un tempo di sedimentazione, di riflessione e di approfondimento interiore perché personalmente non posso dire di aver conosciuto totalmente Damiano e il mistero che dietro a lui si cela.

La sua malattia lo ha fatto maturare presto ed è stato il cammino di una vita seppur breve davvero piena di comunione, in cui ha lasciato entrare Dio e non l’autocommiserazione. Io mi sono decisamente lamentato più di lui, e lui non lo sopportava molto: ho capito che era il fratello minore che insegnava al fratello maggiore!

Damiano ha avuto una vita normale seppur con certe limitazioni fino al Gennaio 2020, lì ha realizzato che la strada imboccava un bivio già annunciato da tempo e fu un duro colpo per lui e per la nostra famiglia. In quel momento ha dovuto interrompere i suoi molti impegni dedicandosi, quando riusciva o quando non era ricoverato, al lavoro e all’attività di consigliere comunale. 

Ha vissuto così il suo tempo di attesa, soffrendo molto per le frequenti infezioni: era itterico, dimagrito e con disturbi vari all’intestino; oltre all’umana paura che non arrivasse un fegato per lui o che per lui qualcuno dovesse morire. 

Aveva molti interrogativi, ma si era affidato alle mani di Dio. Il Signore stava dando a Damiano un peso che lui portava con dignità e affidamento totale. È questa una buona parte della ricchezza che ho visto nel tempo dell’attesa, fino a quando è giunto il giorno della chiamata: il 15/07/2020 alle ore 19.00 siamo corsi a Padova per l’allarme trapianto, lì Damiano nelle ore di attesa in reparto ha scritto il suo testamento e lì, proprio lì, io ho capito che Damiano non era solo mio fratello ma anche Strumento prezioso della volontà di Dio. 

Nelle sue condizioni è veramente difficile che un paziente possa avere la lucidità e la profondità di espressione che lui ha impresso in quelle parole. Ho capito che la Croce salva non solo chi la porta, ma anche chi la vede da fuori e sceglie di accoglierla: è un evidente mistero di profonda relazione fra Damiano e la Trinità che, frutto di quel tempo, ha toccato me e spero tocchi anche ognuno di voi perché Damiano questo desiderava. 

Non dobbiamo fare nulla di speciale se non fare quel Santo passo indietro e lasciarci amare, finalmente!

La mattina del 16/07/2020 Damiano prima di entrare in sala operatoria lesse il Vangelo del giorno con Padre Vito, la sua guida spirituale, ed era il brano del giogo di Matteo. Proprio il “giogo”, quello strumento, usato fin dall’antichità in agricoltura, che direziona la fatica dei buoi senza che soffrano. Gesù ha voluto donargli questa similitudine che aveva un profondo significato per Damiano per fargli (e farci) comprendere che la fatica, se affidata alla sua volontà, ci permette di essere parte attiva del Regno dei Cieli.

Entrò in sala operatoria con questa Parola e da lì in poi rimase sulla Croce di Gesù fino alla fine, fedele al suo disegno. 

Noi non ci siamo mai sentiti soli e tutt’ora, seppur nella fatica del distacco fisico, ci sentiamo di dire che, guardando alla vita di Damiano, si accende un desiderio grande di continuare a donare ciò che lui ci ha insegnato e desiderare quella Trinità che lo ha ispirato. METTIAMO IN CIRCOLO L’AMORE!»

Io non mi fermo qua, sarebbe troppo semplice,
Io non svanirò mai: sono indelebile!
Io non mi fermo qua, sarebbe tutto inutile
Io non svanirò mai: sono indelebile!

Così cantano i The Sun nel loro brano Indelebile e così noi della Redazione crediamo che il Testamento di Damiano rimarrà Indelebile nei vostri cuori e nei cuori di chiunque lo leggerà. 

Vi invitiamo a leggerlo QUI e a mettere anche voi in circolo l’Amore!

 

La Redazione
redazione.ods@gmail.com 

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