Essere Santi significa rispondere alla chiamata del Signore, al cammino che Dio ha pensato per noi.
Ognuno di noi può diventare Santo, come del resto ha ricordato anche Papa Francesco durante un suo intervento nel 2014: la santità è un dono che viene offerto a tutti.
Quello che ciascuno di noi deve fare è guardarsi dentro e capire come abbiamo risposto fino ad ora a questo dono. Tutti coloro che sono diventati Santi sono partiti proprio da questo: essere parte dell’Amore di Dio per l’umanità.
Nel corso degli anni noi dell’Officina del Sole abbiamo portato diversi esempi di Santi della Porta Accanto, persone comuni che, con la Fede e avendo come punti di riferimento altri Santi, si sono fatti dono per chi stava loro intorno.
L’ultimo di cui abbiamo raccontato la storia è stato Damiano Caravello. Durante l’Intervista a suo fratello abbiamo posto la seguente domanda:
Chiara Corbella nella sua lettera/testamento al figlio Francesco scrive: «È bello avere degli esempi di vita che ti ricordano che si può pretendere il massimo della felicità già qui su questa terra, con Dio come guida», ci puoi raccontare il forte legame che univa Damiano ad alcuni santi (anche dei nostri giorni)?
Pensi che questi modelli di vita lo abbiano aiutato, e possano aiutare anche altri giovani, a trovare risposta alla domanda autentica di vita: “Chi sono io veramente?”
La risposta che ci ha dato ci ha ispirato per la stesura di questo articolo, dedicato all’esperienza dei tanti giovani santi della porta accanto, nel giorno in cui celebriamo la comunione con loro e la chiamata a perseguire la nostra strada personale verso la gioia vera del Paradiso.
Citate Chiara Corbella Petrillo e non a caso proprio lei è stata una Grazia per la vita di Damiano. Partecipò il 21/09/2018 presso la Basilica di San Giovanni in Laterano alla cerimonia di apertura della sua causa di beatificazione. Damiano era già in cammino da alcuni anni con l’aiuto dello stesso Padre Spirituale di Chiara, Padre Vito, e ha ricevuto dalla Chiesa la reale e concreta esperienza che Dio con noi può fare davvero cose grandi, molto spesso proprio grazie alle nostre fragilità, restandoci senza fuggirle.
Grazie alla sua esperienza in Cristo Damiano ha ricevuto un sostegno importante dalla testimonianza generativa di questa giovane sposa e madre, in modo particolare durante il tempo di attesa del trapianto.
Il Venerabile Giorgio La Pira, deputato democristiano alla Costituente prima e in Parlamento poi, Sottosegretario al Ministero del lavoro e Sindaco di Firenze per cinque mandati. Quest’Uomo è stato per Damiano esempio di una perfetta coniugazione fra Fede e Politica: mio fratello sapeva che il mondo si poteva cambiare ed ognuno dentro al proprio tempo può e deve essere protagonista in questo. La figura di “Giorgio”, come lo chiama confidenzialmente lui nel suo testamento, è quell’ispiratore di una Cristianità Caritatevole che nel ruolo istituzionale politico si fa dono per il bene comune ispirato dal Vangelo e non lascia spazio all’indignazione e alla rassegnazione. Damiano ha letto molti suoi libri e ha vissuto una particolare Comunione con questa importante figura che lo ha accompagnato ed ispirato nell’ esperienza di giovane impegnato nella Politica e nella Società.
Il Beato Giuseppe Toniolo nato a Treviso nel 1845. Damiano ha frequentato il luogo che la Diocesi di Treviso gli ha intitolato, la casa Toniolo, sede storica del laicato e dell’Azione Cattolica Trevigiana. Ha approfondito la vita di questa grande figura laica: economista, sociologo, accademico che ha collaborato attivamente all’attualizzazione di un modello socialmente ispirato al Cristianesimo attraverso il primato dello spirito di sussidiarietà, fondatore della FUCI, fu ispiratore della settimana sociale dei cattolici italiani, fu uno strenuo sostenitore dell’enciclica “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII e formulatore del concetto cristiano di democrazia creando le basi alla democrazia cristiana. Prima di morire convinse padre Agostino Gemelli a fondare un istituto cattolico di studi superiori e dopo due anni prese vita l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Damiano da questa grande figura colse le basi dell’attivismo cattolico laico traghettandolo poi nella figura complementare di Giorgio La Pira.
Santi Francesco e Chiara d’Assisi. Damiano è nato e cresciuto a Briana di Noale in provincia di Venezia, in un nucleo familiare che ha da sempre vissuto nella famiglia il lavoro della terra e l’ allevamento. Papà Giovanni e mamma Silvana hanno dato alla luce Chiara, Francesco e Damiano e balza all’occhio dai nomi dei loro figli la devozione dei genitori per i due Santi di Assisi, da sempre nell’educazione Cristiana ricevuta: fin da bambini sono stati affidati nella preghiera anche all’intercessione di questi due grandi Santi che sono stati un riferimento esemplare per la famiglia. Damiano da poco più che maggiorenne è stato un figlio della Comunità di Assisi presso il “SOG” dove partecipò ai vari percorsi rivolti ai giovani, dal corso “zero aplha”, al “vocazionale” fino al “seguimi” e dove ha trovato non senza fatica in questi luoghi francescani il senso che ha sempre cercato in lui e che ha portato poi nei suoi percorsi di vita con la guida del suo Padre Spirituale.
Sant’Antonio di Padova indubbiamente è stato un Santo che ha accompagnato Damiano nella sua malattia, fin dalla sua nascita è stato affidato anche alla sua protezione. Ricordo che ogni controllo medico fin da bambino si concludeva con la visita nella Basilica del Santo, un punto di riferimento anche per il suo percorso di studi in città, uno dei luoghi dove si confessava e dove dialogava con i frati, luogo dove noi familiari nel periodo di dura prova dovuto al suo trapianto abbiamo tanto pregato per lui, grazie a lui.
I Santi Cosma e Damiano, fratelli Cristiani del III secolo, medici che hanno dato la vita curando i malati e realizzando prodigiose guarigioni nella più completa gratuità cristiana e che vengono ricordati forse non a caso per essere stati i primi esecutori della storia del primo trapianto, in quel caso di una gamba.
Ci sono altri Santi che Damiano ha approfondito ma ciò che più conta è capire che la Santità non si realizza senza di noi, senza le nostre fragilità, senza i nostri lati oscuri, dare frutto è possibile e siamo nati proprio per raggiungere già qui in questa vita la consapevolezza che “io sono veramente” e questo ci viene donato per Grazia indipendentemente dalle opere, quelle vere poi si realizzano di conseguenza!
La Redazione
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