Sono passate poche settimane dalla conclusione dell’edizione di Un Invito Poi Un Viaggio che, invece di portarci come al solito in Terra Santa, ci ha condotto a Fatima in Portogallo. Niente accade per caso comunque. Tutto ruota e si muove secondo la Sua Volontà. Eravamo quasi dalla parte opposta a livello geografico ma non si è potuto fare a meno di volare con la mente al Monte degli Ulivi, per esempio, durante la Via Crucis nei luoghi delle Apparizioni.
Il cuore a mille con la voglia di mettersi in gioco, di condividere, di affidarsi, di portare tutto il peso accumulato negli ultimi tempi: questo lo spirito con cui 100 pellegrini sono partiti alla volta di Fatima per l’esperienza di #UIPUVFATIMA2021. Tra questi c’era anche Elisa, una ragazza del nostro Laboratorio Redazione che vuole condividere qui il suo viaggio.
Ripercorrendo i luoghi chiave del segreto e della vita dei tre pastorelli non ho potuto fare a meno di notare come Francesco, Giacinta e Lucia si sono dati senza paura alla Volontà dell’Altissimo. Erano bambini o poco più e forse proprio la loro genuinità e purezza, tipica della tenera età, ha fatto sì che con i loro sacrifici si potesse compiere il Miracolo.
Per tutto il cammino aleggiava nell’aria il fatto che ognuno di noi era lì per un motivo: ogni persona era a Fatima perché chiamata. Forse qualcuno ha scoperto proprio in quei giorni la ragione, forse qualcuno appena tornato a casa oppure lo scoprirà più avanti nel tempo. Io posso dire di essermi sentita grata perché tante persone mi hanno affidato le loro Intenzioni prima di partire, chiedendo di pregare per loro. Avrebbero potuto scegliere altri e invece hanno scelto me. Io, dal mio canto, sono stata ben lieta di portare quello che avevano nel cuore con me davanti alla Signora del Rosario.
La storia dei tre pastorelli mi ha fatta riflettere sulla loro felicità, soprattutto di Giacinta e Francesco, di fare la Volontà della Santa Vergine e dell’Altissimo andando in cielo presto. Domande come “Sarei stata in grado di dire il mio Sì fino in fondo se fosse capitato a me?”. Ad oggi credo che avrei avuto paura di lasciare la Terra così “presto” per me. Credo che avrei pensato “Ho ancora tante cose che voglio fare qui sulla Terra”.
E forse questa esperienza, arrivata dopo un corso introspettivo concluso quest’estate, è un richiamo ancora più forte che dice NON SPRECARE IL TUO TEMPO allora. Vai e vivi. Perché credo di essere davvero fortunata ad avere tutto quello che ho, senza merito peraltro, perché è tutto un Dono. Allora devo andare, devo fare, finché sarò qui sulla Terra. Non devo sprecare il mio tempo.
Sappiamo tutti quanto ci ha messo alla prova la Pandemia. Noi però siamo ancora qui. Esistiamo ancora e abbiamo quindi il dovere di rialzarci e imparare qualcosa da tutto questo. Credo che dobbiamo farlo per noi stessi e per tutti quelli che, purtroppo, non hanno più l’opportunità di farlo.
Questa è la mia storia, il mio viaggio, il mio percorso nel quale ho re-incontrato amici vecchi e ne ho conosciuti di nuovi. Ognuno con la sua storia, con le sue gioie e i suoi dolori che lo hanno ha portato fin lì.
Quello di quest’anno è stato un Pellegrinaggio, crediamo, ancora più sentito rispetto alle edizioni precedenti, proprio perché è arrivato dopo due anni in cui il tempo pare essersi fermato.
Invitiamo Te caro Pellegrino a condividere anche tu la tua storia, con noi che ci siamo stati e anche con chi non ha potuto esserci, inviandola alla mail di Un Invito… Poi Un Viaggio. Come dice Cesare Cremonini: Share the Love!
La Redazione
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