«Voi siete luce del mondo» (Mt 5, 14).
In questa rivelazione si coglie il significato più autentico della relazione: è proprio nel momento in cui raggiunge l’occhio dell’altro che la luce diventa viva e comincia, in sostanza, a esistere. In virtù di tutto ciò, le esperienze di fraternità riescono a cogliere l’essenza più profonda del bagliore generato dallo Spirito Santo.
Animata da questa convinzione, l’Officina del Sole con i suoi collaboratori si è incontrata dopo un lungo periodo carico di domande sul futuro dell’associazione, facendo da eco al fatto che «certe crisi son soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire» (F. Guccini, Vedi cara).
Negli ultimi tempi, infatti, innumerevoli interrogativi hanno abitato il cuore dei fondatori dell’Officina del Sole. Ad essi si è cercato di dare risposta durante l’incontro tenutosi tra sabato 4 e domenica 5 febbraio presso l’Hotel Villa San Giuseppe a Provaglio d’Iseo (BS): esso ha rappresentato, anzitutto, un momento di riflessione sulla strada tracciata sin qui, nonché un’occasione propizia per ribadire gli scopi dell’associazione e di descriverne la nuova veste. Dopo la presentazione del neo-eletto Direttivo e del nuovo Statuto, i collaboratori si sono riuniti in sottogruppi (Banchetti, Incontri, Coro e Musica, Danza e Coreografia, Redazione, Grafica e Creatività, Foto e Video, Supporto, Tour e Ritrovi), allo scopo di conoscersi o di ritrovarsi ma, soprattutto, di consegnare agli altri i propri punti di forza e le proprie fragilità.
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La più grande gioia sono stati i volti. Cercati, incontrati, ritrovati. Vedere la medesima gioia riflessa nello sguardo dell’altro, sentirselo dire con gli occhi, prima di tutto: «Sono felice di rivederti».
E quella confortante sensazione di essere a casa che mette tutto sotto una luce nuova, più vera, scoprendo che quella non è solo una bella emozione ma una consapevolezza profonda: non si è qui per caso, ciascuno è stato chiamato ad essere qui, ed è qui che i nostri cammini, per quanto diversi e tortuosi, si sono incrociati. Con le nostre ferite, le nostre illusioni, le nostre fragilità, eccoci qui, a dire «grazie per tutta la luce» (The Sun, Cuore aperto). Proprio nell’essere luce gli uni per gli altri, ci si riscopre amati, guariti e, finalmente, capaci di amare nuovamente.
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L’impegno dei collaboratori di Officina nasce dalla consapevolezza che la luce non può restare ferma, non può risplendere solamente per sé stessi: deve muoversi, andare verso l’altro, altrimenti non sarebbe luce, ma un buco nero…e allora, “light on”! «Segnati a volte, spenti mai» (The Sun, Spiriti del Sole) gli Spiriti del Sole non sono un gruppo di brave persone con buone intenzioni e nobili ideali; semplicemente, obbediscono a una legge fisica: la luce non ti permette di stare fermo, impone il movimento.
È come quando ti innamori: non lo decidi, te ne accorgi e basta, il resto viene da sé.
Come Gianluca, che percorre 200 km solo per salutare e abbracciare tutti, perché poi lo attende un weekend di lavoro, e te lo spiega con un sorriso spontaneo: «Ci tenevo troppo ad esserci». O, ancora, come don Samuele, che riesce a farti toccare con mano la Parola con metafore relative all’ambito dell’arte e dell’astrofisica. Come il nuovo Direttivo di Officina del Sole, sette ragazzi e ragazze carichi di entusiasmo come pochi, ma quanta bellezza quando li senti dire: «Siamo qui, vogliamo andare avanti, ci crediamo». Non era scontato, di certo non è stato e non sarà facile ma a quel punto non si hanno più difese, nessuna obiezione che tenga: ci sto anch’io, e ci sto alla grande.
“Tutto questo non me lo voglio perdere”.
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).
E in questa atmosfera carica di accoglienza, di affetto, di gioia, di abbracci, di risate, di condivisione si sperimenta quel sapore peculiare che hanno le relazioni vissute in Gesù, nelle quali ci si sente accolti nella propria fragilità e indipendentemente da quel che si può dare. La preminenza del prendersi cura sul raggiungimento degli obiettivi e, in definitiva, dell’essere in cammino sul fare hanno un naturale precipitato: il desiderio di restituire al mondo il Bene, la pienezza che si è sperimentata, trasfigurati nello sguardo.
Conoscere persone che custodiscono la vocazione di essere riflesso della luce di Dio e che sanno accogliere e ascoltare, entrare tra loro in relazione profonda, vedere nel proprio sguardo il riflesso della luce dell’altro e da questa luce lasciarsi illuminare: ecco il rinnovamento dell’Officina del Sole! E allora: che Luce sia, in Cristo!
La Redazione
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