Il dipinto è di sicuro uno degli esiti più alti del Correggio: qui morbidezza ed eleganza si incontrano armoniosamente con un particolare realismo pungente ed espressivo. Geometria e musica dialogano insieme donando una dolce dinamicità ai personaggi e alla struttura compositiva dell’opera, trasformando l’evento della Natività di Gesù con i pastori che sostano in adorazione in una scena non più staticamente predisposta ma smossa da una presenza allo stesso tempo invisibile e generatrice.
Ma è soprattutto la luce del Bambino a smuovere i corpi e gli animi dei presenti, quella luce fortissima che è Salvezza.
E’ una luce che quasi acceca e che fa ritrarre una donna al fianco di Maria perché forse è una forza che apre gli occhi, la mente e il cuore sulle sue debolezze e ingiustizie. Tutto ciò fa male, fa sanguinare, ma poi ridona la Vita, quella vera e autentica.
E’ la stessa luce che abbraccia con uniformità l’intimità della Madre col Figlio rendendo questo dettaglio il più prezioso dell’intera composizione.
In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce
Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza
e grida: «Ecco l’uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l’ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato.
Carissimi Spiriti del Sole siamo giunti al secondo S. Natale insieme.
In questi due anni abbiamo passato dei magnifici momenti e molto lavoro è stato fatto per portare il messaggio di Pace, Speranza e Fede.
Ci siamo voluti bene, abbiamo riso e pianto, abbiamo condiviso gioie e dolori, e come augurio di Natale preghiamo affinché, come Maria nel quadro di Correggio e come Giovani il Battista, ciascuno si senta guidato da questa Luce, si senta accompagnato nuovamente da questo bagliore di fronte al quale è così faticoso aprire i propri occhi, ma grazie al quale poi si è portati a salvezza, guarigione e dolcezza.
Quest’oggi e, soprattutto, in questo Anno Giubilare della Misericordia dobbiamo andare avanti amandoci nonostante, restando uniti nonostante. La forza dell’Unione e dell’Amore sinceri possono creare un’opera d’arte, rendendo tangibile ciò che, in apparenza, non si può vedere a occhio nudo.
Vogliamo concludere con questa magnifica interpretazione di “Amazing Grace” che ha commosso il nostro Papa Francesco. Che possa essere un Natale pieno di Gioia, Grazia e Amore per voi Spiriti del Sole e tutti i vostri cari.