«La forza decisiva per costruire dal basso un benessere equo e sostenibile sarà il “voto col portafoglio”. Ovvero la sempre maggiore consapevolezza dei cittadini che le loro scelte di consumo e risparmio sono la principale urna elettorale che hanno a disposizione».
– Leonardo Becchetti, economista
Ogni giorno, ascoltando il telegiornale o leggendo le news su qualche portale web abbiamo la percezione che questo nostro mondo sia sempre più in balia delle manovre di poche persone potenti che determinano la sorte di molti; questo porta inevitabilmente a sentirsi inermi di fronte alle grandi sfide e a pensare di non avere alcun potere per incidere nella società in cui viviamo.
In realtà, un potere ce l’abbiamo, anche se il sistema si sforza di farlo apparire banale e soprattutto noi lo percepiamo come paradossale: si tratta del consumo. Ogni volta che entriamo in un supermercato a fare la spesa, che acquistiamo un paio di scarpe, che scegliamo la compagnia telefonica, che decidiamo di aprire un conto in banca, e così via, scegliamo tra svariate alternative che abbiamo a disposizione: di conseguenza ne sosteniamo alcune anziché altre. Questa scelta, per quanto ci possa sembrare di poco conto, rappresenta in realtà ciò che di più potente abbiamo a nostra disposizione ed è per questo fondamentale essere consapevoli delle conseguenze che comporta per noi e per gli altri.
Il modello di consumo tradizionale utilizza come parametri di scelta negli acquisti unicamente la qualità e il prezzo, tuttavia ne esistono anche altri. Certamente questi criteri sono quelli immediatamente più vicini a noi, ma dietro a ogni nostro gesto quotidiano si nascondono risvolti di portata globale. Produttori e fornitori dei beni e dei servizi di cui ci avvaliamo sono molto diversi tra loro e la scelta di una tipologia di prodotto rispetto ad un’altra incide su temi quali la giustizia sociale e il rispetto dell’ambiente. Esistono aziende senza scrupoli che sfruttano i lavoratori, banche che finanziano aziende produttrici di armi, prodotti alimentari il cui impatto ambientale è elevatissimo. Esistono, allo stesso tempo, aziende che riconoscono ai lavoratori il giusto salario e i giusti diritti, banche e fondi di investimento maggiormente etici e alimenti il cui ciclo di vita ha un elevato livello di sostenibilità.
Da alcuni anni un numero sempre crescente di persone ha iniziato valutare il consumo secondo parametri alternativi creando un nuovo modello che ha preso il nome di consumo critico. Il consumo critico può essere definito come una modalità di scelta di beni e di servizi che determina gli acquisti da effettuare in base alle conseguenze sociali e ambientali dell’intero ciclo di vita del prodotto, non solo quindi in base al prezzo e alla qualità.
I parametri solitamente indicati per l’applicazione del consumo critico (o responsabile) sono sette:
1. Sobrietà. Spesso comperiamo più di quanto realmente abbiamo bisogno: con un po’ di attenzione possiamo limitarci ad acquistare solo il necessario e a non disdegnare l’oggetto usato.
2. Lotta ai rifiuti. Fare la raccolta differenziata è solo il primo passo! Proviamo a diminuire le scorie che produciamo riciclando e preferendo imballaggi essenziali.
3. Consumo locale e naturale. Impariamo a valorizzare i prodotti del territorio, a km 0, realizzati con metodi che rispettano l’ambiente.
4. Commercio equo e solidale. Acquistiamo prodotti che non implichino lo sfruttamento dei lavoratori e che sostengano le popolazioni più povere del mondo attraverso progetti di sviluppo sociale.
5. Attenzione al comportamento delle imprese. Informiamoci, impariamo a conoscere il mercato e cerchiamo di capire i meccanismi che si celano dietro le scelte delle aziende.
6. Consumo senza crudeltà. Assicuriamoci che i prodotti che compriamo non siano il risultato del maltrattamento di altri esseri viventi.
7. Consumo sovrano. Perché alla fine siamo noi a decidere che cosa acquistare e che cosa no.
Di primo acchito può apparire difficile pensare al fatto che la nostra singola scelta possa avere un peso tanto grande, capace di influire sulle scelte e sulle politiche che i produttori e i fornitori sostengono, perché la scelta di premiare il più virtuoso a discapito di un altro, difficilmente può risultare così importante da convincere i “non premiati” a cambiare stile. Un grande fattore di amplificazione, in questo senso, è il fare “rete comunitaria”.
Proviamo a pensare, ad esempio, se tutti gli iscritti dell’Officina del Sole da domani decidessero di acquistare un prodotto di valore secondo i parametri del consumo critico, investendo 10 euro al mese a testa. Essendo noi una comunità composta da circa 600 persone, questo vorrebbe dire che in un anno l’azienda che abbiamo deciso di premiare riceverebbe un incremento di fatturato di oltre 70.000 euro uguale alla riduzione di fatturato dell’azienda che invece abbiamo abbandonato: si tratta di un impatto davvero non trascurabile, capace di orientare le scelte delle imprese!
Avere uno stile di consumo sostenibile e solidale rappresenta una scelta. Tuttavia, la consapevolezza acquisita tramite gli strumenti messi a nostra disposizione costa in termini di tempo, fatica e anche denaro, poiché talvolta premiare un prodotto etico richiede un costo maggiore. Certamente scegliere senza sapere è più facile, ma siamo davvero disposti a consegnare una parte della nostra libertà a chi ci utilizza come “animali da consumo”? Papa Francesco, nell’enciclica «Laudato Si’», ci ha lanciato un invito: non dobbiamo lasciarci fagocitare dalla mentalità del mondo, ma cerchiamo di cambiare atteggiamento, facendo quotidianamente scelte di vita sobrie, rispettose e solidali. «Che nulla mai ci sia indifferente»… ne siamo capaci?
Redazione In-Formazione
PER APPROFONDIRE
Libro “Guida al Consumo Critico”– Il libro si concentra sulle principali aziende multinazionali di cui troviamoi prodotti al supermercato, descrivendone la struttura economica e il loro comportamento sulla base di 11 criteri: trasparenza, abuso di potere, Sud del mondo, lavoratori, ambiente, consumatori e legalità, paradisi fiscali, regimi oppressivi, animali, armi ed eserciti, boicottaggi.
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