Natale 2017 – Ricostruiamo le case di Mosul
#OfficinaSolidale – Campagna Natale 2017
“Ricostruiamo le case di Mosul”
Officina del SOLE e The SUN lanciano la Campagna Solidale in favore della comunità cristiana irachena
“Hanno profanato e demolito le nostre Chiese,
hanno saccheggiato e bruciato le nostre case,
ma non sono riusciti a distruggere la nostra fede
né a spegnere la nostra speranza!”
Quanta forza e fede in queste parole pronunciate dai cristiani di Qaraqosh!
L’iniziativa
Qaraqosh, della diocesi di Mosul, è la più grande e antica città cristiana dell’Iraq e si trova nella piana di Ninive, nei pressi di Mosul. Nel 2014, a causa dell’avanzata del sedicente stato islamico, i cristiani dell’Iraq sono stati costretti a fuggire e a rifugiarsi nei campi profughi di Erbil, nel Kurdistan iracheno.
Dopo tanta distruzione, nell’ottobre del 2016, la città di Qaraqosh è stata liberata dall’occupazione dell’ISIS e, ad oggi, sono circa 3.000 le famiglie che stanno coraggiosamente lasciando i campi profughi per ritornare nelle loro case, che si trovano in uno stato di devastazione spaventoso dopo 20 anni di guerre e il passaggio delle milizie del califfato.
Il governo iracheno non sta sostenendo il rientro della popolazione nelle proprie case, perciò il processo di ricostruzione è nelle mani della Provvidenza e di uomini e donne di buona volontà che danno il loro contributo: “Possiamo contare solo sulle nostre forze e sulla solidarietà di chi vorrà sostenerci a perseverare nell’annuncio del Vangelo in questa terra, la nostra terra!”. Sono parole di Padre George Jahola, sacerdote della Comunità cristiana di Qaraqosh appartenente alla diocesi di Mosul, che guida e organizza la ricostruzione di case, chiese, scuole, ospedali insieme ai suoi fedeli e concittadini, attraverso un tenace e paziente lavoro.
Padre George intrattiene contatti con Comunità cristiane in Italia e in Europa, Onlus ed Associazioni per testimoniare il dramma dei cristiani iracheni e raccogliere fondi per la ricostruzione. Il 7 marzo scorso è stato inviato a portare all’attenzione dell’assemblea ONU di Ginevra la situazione della sua gente.
La ricostruzione
La ricostruzione delle case “è un lavoro gigante, nato dall’idea di alcuni giovani che, gratuitamente, contribuiscono in maniera attiva, mappando le case una ad una e documentando, così, la distruzione che c’è oggi. In futuro non la vedremo perché le case e le Chiese saranno ricostruite ma dobbiamo conservare i segni di quello che è successo, non è giusto dimenticare. Questi segni di distruzione sono importanti per imparare dalla storia e dai fatti e dire al mondo e alle future generazioni che da qui è passato il Male, chiamato stato islamico”.
Per sei mesi squadre di giovani studenti guidate da Padre George, ogni mattina, hanno percorso in autobus i 70 Km che separano il campo profughi di Erbil da Qaraqosh, armati di macchine fotografiche, piantine e schede di rilevazione. Hanno censito, casa per casa, l’entità dei danni e stimato i costi della ricostruzione. Successivamente, con l’aiuto di geometri ed ingegneri, sono stati predisposti i progetti di intervento, in base alla gravità dei danni rilevati: abitazioni completamente distrutte, incendiate, parzialmente danneggiate o solo saccheggiate e con danni lievi.
Con la collaborazione di artigiani e piccole imprese che – proprio grazie al progetto del Comitato per la Ricostruzione – hanno potuto ritornare a lavorare sul territorio, nel luglio 2017 sono incominciati i primi interventi di ristrutturazione che stanno permettendo alle famiglie ancora sfollate, di tornare ad abitare la Piana di Ninive. Grazie al prezioso e competente lavoro della comunità cristiana vengono riattivati anche ospedali, scuole, servizi pubblici e lentamente si spera di ricomporre il tessuto sociale ed economico dell’intera regione.
Se possiamo sperare nel futuro… è anche grazie al tuo aiuto!
“La solidarietà di tante Comunità cristiane italiane ed europee che ospitano profughi iracheni, che pregano per noi, che denunciano il nostro martirio, sono per noi motivo di speranza e di incoraggiamento per continuare a rimanere nella nostra terra, nonostante le difficoltà e la persecuzione.
I cristiani sono un seme di pace che riporterà molto frutto in Iraq: chi il dieci, chi il cinquanta, chi il cento per uno! Ogni gesto di aiuto concreto che riceveranno è una preziosa goccia che servirà ad irrigare la Piana di Ninive per far rifiorire il deserto”.
Come contribuire
Ognuno di noi può contribuire liberamente con una donazione sul nostro conto corrente specificando nella causale “Campagna Natale 2017”.