È possibile che ci siano imprese che, pur non perdendo di vista la necessità del profitto per poter crescere e sopravvivere, propongano di fare del proprio lavoro e della propria attività economica un’occasione per instaurare relazioni autentiche e fare comunione?
Può l’azienda diventare il luogo dove si pone la persona al centro, si vive e si diffonde una cultura del dare, della condivisione, della legalità, con concreta attenzione nei confronti dell’ambiente naturale e sociale? Probabilmente, pensando al proprio luogo di lavoro, in pochi risponderemmo affermativamente a queste domande. Eppure è lì che spendiamo la maggior parte della nostra vita e mettiamo a frutto i nostri talenti. È il luogo in cui poniamo la fiducia per la realizzazione di tanti dei nostri sogni, ed è il luogo in cui dovremmo poter esprimere noi stessi.
Spesso e volentieri, percepiamo come utopica la possibilità di ritrovare tutto ciò nel mondo del lavoro. Eppure ci sono delle realtà aziendali, in Italia e all’estero, che puntano a far rientrare questi sogni nella dimensione del possibile, del reale. Esistono realtà nelle quali l’umanità non viene sacrificata sull’altare del profitto.
In questo articolo vi abbiamo parlato dell’Economia di Comunione, che vede protagonisti imprenditori, lavoratori e tanti altri attori sociali, che hanno avuto l’audacia di credere e di mettere in pratica un agire economico a misura di persona. Oggi vi portiamo la testimonianza di due imprenditori che hanno aderito al progetto dell’Economia di Comunione: Clem Fritschi e Michele Michelotti, rispettivamente fondatore e direttore amministrativo e finanziario della Ridix, un’azienda metalmeccanica del torinese.
Imprenditore per amore
Nel raccontarci la sua storia, Clem non la definisce un’esperienza di un imprenditore di successo, ma «una bella storia d’Amore». La storia d’Amore di Clem è iniziata nel 1959, a Londra, città nella quale si trovava per perfezionare la conoscenza della lingua inglese, studiando e lavorando come magazziniere. Qui ha incontrato una «graziosa e fine biondina», Margherita, della quale si è innamorato e che ha deciso di sposare. Per seguire Margherita a Torino, Clem ha lasciato definitivamente la Svizzera, Paese dove è nato, cresciuto e ha completato gli studi, ritrovandosi a cercare lavoro in Piemonte. Quando, nel 1969, la ditta per la quale lavorava ha chiuso, Clem ha proposto ad alcuni colleghi di mettere assieme le cifre delle liquidazioni per continuare l’attività, e così è nata la Ridix.
La storia di Clem subisce una “conversione” nel 1974, quando Andreas – il primo figlio di Clem e Margherita – dieci giorni prima del suo decimo compleanno è travolto e ucciso da un’automobile. «Non è possibile trovare parole adatte per spiegare cosa si prova. Avevo perso ogni desiderio di operare in azienda, avrei voluto lasciare». In quel periodo doloroso, Clem e Margherita ricevettero l’invito a partecipare ad un convegno del Movimento dei Focolari sul tema “Dio Amore”. «Così, con Margherita, malgrado l’indescrivibile dolore, Lo incontrammo, incontrammo Dio Amore. Con una profonda convinzione capii che da quel momento in poi dovevamo solamente amarci di più fra di noi e con tutti. Amare, Amare, amare sempre, anche sul lavoro».
Quando si desidera ardentemente Amare l’altro, Dio non si lascia sfuggire l’occasione per renderci strumenti del Suo Amore, così, si presentò per Clem l’occasione per poter donare tutto l’Amore che aveva all’interno del suo ambiente lavorativo. A quel convegno dei Focolari Clem aveva conosciuto un gruppo di giovani con i quali aveva stretto amicizia per via del loro «modo di parlare bello e gioioso». Tra questi giovani vi era Ugo che chiese a Clem se nella sua azienda c’era posto per lui. Ugo non aveva una preparazione specifica per svolgere le mansioni richieste all’interno della Ridix, ma Clem lo accolse subito, ispirato dalle Parole del Vangelo «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20).
Da quel giorno, assieme a quel giovane con il quale condivideva la Fede, avrebbe potuto cominciare a mettere in pratica quella frase e a sentire la presenza costante del “Socio Nascosto”, impegnato come gli altri a lavorare per l’impresa, con i suoi infiniti talenti e risorse e, soprattutto, con la sua sorgente d’Amore. Una volta entrato in quest’ottica, per Clem fu una naturale conseguenza mettere al centro del suo lavoro l’uomo, ogni uomo: il socio, i dipendenti, i fornitori, i clienti, i concorrenti, i cittadini. Il motto dell’azienda divenne: «Cercate prima il Regno dei Cieli e tutto il resto vi sarà dato in più» (cfr. Mt 6, 33).
Come avviene ovunque, trattandosi di persone normali, succede di sbagliare e anche litigare, ma il tendere all’amore reciproco fa la differenza. Il segreto sta nel far scattare la molla che permette di non perdere tempo nel crogiolarsi in una difficoltà, tecnica o relazionale che sia, e puntare a ricomporre l’Unità e l’Amore.
Una meta più alta
La Ridix è un’azienda di successo nel settore metalmeccanico, oggi è costituita da 9 soci e 70 collaboratori, con un fatturato superiore ai 30 Milioni di Euro. Tra i collaboratori sono state incluse persone con vari tipi di difficoltà: dipendenze, persone straniere provenienti da paesi poveri, persone sole o in difficoltà relazionale.
Come tantissime aziende italiane, anche la Ridix ha attraversato crisi e difficoltà economiche ma le ha affrontate mantenendo sempre fede al principio della comunione e al motto aziendale che ricorda di cercare sempre prima il Regno di Dio. Per tale ragione, ad esempio, in un momento molto delicato della vita dell’azienda, si è ridotto del 20% lo stipendio di tutti, dai soci ai dipendenti, per fronteggiare insieme la situazione senza perdere posti di lavoro. Sono tante le situazioni che sembravano irrisolvibili ma che si sono poi sbloccate grazie all’ispirazione giusta che ha semplificato e risolto quanto appariva irrisolvibile.
La Ridix, come tutte le aziende dell’Economia di Comunione, condivide parte degli utili con i poveri: grazie a questa condivisione, due insegnanti mussulmane di Tangeri hanno potuto aprire una scuola materna in un garage, consentendo la scolarizzazione a circa 40 bambini.
È Michele a spiegarci cosa significa realizzare l’Economia di Comunione: «Comunione significa: trasparenza, sincerità, verità anche quando è faticoso comunicarla, è tempo dedicato a costruire relazioni positive. Oltre ai bilanci e ai budget, la nostra meta, la nostra terra promessa verso cui camminare è costruire un’azienda in cui tutti sono felici. Felici i dipendenti perché l’azienda è sana e il clima è collaborativo; felici i clienti perché soddisfatti dei prodotti e dei servizi acquistati; felici i fornitori perché soddisfatti della lunga e proficua collaborazione. La felicità è per tutti».
Redazione In-Formazione
PER APPROFONDIRE
La Ridix – Sito dell’azienda.
Le imprese – I caratteri imprenditoriali del progetto Economia di Comunione.